martedì 4 dicembre 2018


Mi vestivi di nero velluto        

Angela Donatelli

Ed. Esca Montage

 “Mi vestivi di nero velluto” è una silloge poetica edita recentemente da. EscaMontage. L’autrice, Angela Donatelli, si dedica con passione a varie forme artistiche:scrive poesie ma è anche pittrice e performer,s’interessa di musica e di teatro. Questo suo eclettismo ha ripercussioni positive nei suoi versi, che sono armoniosi e musicali, capaci di creare suggestioni ed evocare immagini.
Mentre leggiamo le poesie della Donatelli si materializzano davanti ai nostri occhi scene animate che ci aiutano ad avvicinarci alle storie che ci raccontano e a comprendere le emozioni che le hanno animate.
Il pensiero di Angela Donatelli non propende alla concisione: ogni poesia racconta una vicenda e lo fa con uno sguardo ampio, ricco di aggettivi, descrizioni e dettagli che comunque non sono mai eccessivi o superflui. Il lessico è ricco e vario;sono presenti molti termini legati al mondo della natura e ai luoghi dell’anima che la poeta frequenta assiduamente. In ogni poesia, anche in quelle che sembrano emerse da un’urgenza comunicativa, è presente una ricerca linguistica ed estetica raffinata, insieme all’uso frequente di figure retoriche come metafore, similitudini, ossimori.
Beatrice Niccolai dice che “il poeta è manovale di parole”: questa citazione, senza nulla togliere all’importanza dell’intuizione poetica, vuole mettere in risalto che, di solito,serve anche un “lavoro” successivo per rendere efficace la comunicazione.
I temi di questa raccolta traggono la propria linfa vitale sia da esperienze concrete sia da visioni oniriche e fantasiose e, a volte, da personaggi storici o mitologici che hanno colpito l’immaginario dell’autrice. In ogni caso, la ricostruzione poetica sa creare immagini che rimangono impresse in chi è attento e aperto all’ascolto.
La poesia di Angela Donatelli  è a tinte forti e gioca sui contrasti, esattamente come la sua pittura. L’elegante copertina mostra un dipinto dell’autrice che rappresenta una donna volitiva, decisa, forte. Una giovane donna pronta ad affrontare il mondo si presenta davanti a noi con un’aria di sfida. All’interno del libro troviamo tre interessanti riproduzioni di quadri: uno, astratto, è del padre, Guido Donatelli e gli altri ci mostrano due donne contemporanee, dal portamento e dallo sguardo sicuro, determinate e “vere”, non ostentano falsi sorrisi e pare sappiano trovare la forza di sfidare i luoghi comuni e le omologazioni, esattamente come i versi delle poesie contenute in questa silloge: non ostentano falsi sorrisi, non si lasciano omologare, sfidano i luoghi comuni.
Troviamo sempre una sensibilità intensamente femminile sia per le scelte contenutistiche sia per quelle stilistiche. Fra i temi affrontati c’è la condizione della donna, con riferimenti all’ingiusto trattamento che per secoli ha subito per una sudditanza al potere dell’uomo mal sopportata e mai accettata consapevolmente. Ne è un esempio la storia di Isabella Morra, (pag.6-7)nata in un paese della Basilicata nel 1520, sensibile scrittrice vissuta sempre chiusa in un castello, vittima della repressione familiare.
C’è l’amore, la natura, ci sono sogni, visioni e una varietà di argomenti che corrisponde alla varietà e alla complessità della vita contemporanea. Partendo da problematiche personali la poeta arriva ad analizzare la condizione umana e le domande ad essa connaturate, riguardo alla ricerca di sé, all’approccio col tempo, al rapporto con l’amore e con il prossimo. Questo libro è il contenitore dei suoi pensieri e nello stesso tempo di un sentire comune nel quale è facile riconoscersi e lasciarsi coinvolgere.
Il titolo “Mi vestivi di nero velluto” allude metaforicamente all’attrazione quasi sensuale che ha l’autrice per la poesia: attraverso l’inchiostro, nero su bianco, sa mettere a nudo pensieri e sentimenti e consente di comprendere se stessi e il mondo, perché sa penetrare la superficie e inoltrarsi nelle profondità dell’inconscio. Una poesia che come le immagini femminili dei suoi dipinti, con coraggio affronta una realtà che appartiene al vissuto o al mondo onirico, per esprimere pensieri e visioni che la mente con i suoi filtri spesso non sa vedere.
Il libro è suddiviso in tre parti e le poesie sono raggruppate per argomenti: “Sogni e visioni”, “Nello spazio e nel tempo” e “Incontri”.I versi, sempre armoniosi e musicali, presentano la realtà con i suoi problemi e la sua complessità. Nella poesia a pag.18 “La corsa del tempo” emerge lo stress contemporaneo, tipico delle civiltà occidentali, alle quali è possibile contrapporre qualcosa che l’autrice intravede al di là della“Porta nel cuore d’Oriente” (pag.23). Esistono muri di paure”…pareti impenetrabili e inesistenti”(pag 26)ma c’è sullo sfondo uno sguardo positivo e sereno che emerge spesso tra i versi.
Ecco come viene trattato il tema della morte in “Vibrante”(pag. 13)“e quando giungerà la fine/mi perderò serena nel buio più profondo”.Il buio profondo, che come topos letterario corrisponde a paura, sconforto, mancanza di conoscenza e di possibilità di rapporti, è in forte contrasto con questo sereno perdersi, che ha in sé la possibilità di uscire alla luce.“Mi vestivi di nero velluto”, opera prima dell’autrice, ci offre un’indagine intima e attenta che ricerca i segreti dell’esistenza umana e del suo universo attraverso una scrittura che sa coinvolgere ed emozionare.                
Luciana Raggi


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