mercoledì 2 maggio 2018

POESIE


LA FINE DEL GIORNO    

I capelli al vento mi inoltro nel bosco
spinto da un anelito di libertà.
Vestiti umidi sulla mia pelle
il fiato riscalda le mani.
Affondano i passi nelle morbida terra e
lascio che la coltre silente di brina
ricopra le mie tenere membra.
Fuggo attraverso la foresta
inseguendo farfalle autunnali e
il sole infuocato mi accende il cuore e i pensieri.
Sono alla caccia della fine del giorno
mentre guardo la volta celeste lucida e
pesante sul mio capo.
Sono presenza nella presenza e
intorno a me infinite creature.
Sono un assetato d’amore
alla ricerca del filone 
d’argento della docile luna.

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DANZA COSMICA

Danza con me questa danza cosmica
che ci avvicina e ci allontana.
Ci cogliamo come frutti
e poi ci lasciamo andare.
Le nostre anime si compenetrano
come fiammelle accese e in esse
ritroviamo l’essenza.
Nel profondo, sempre più nel profondo.
Come due poeti assaporiamo il gusto della vita,
tra le pieghe del tempo, fermiamo
ogni istante affinché diventi  per sempre.
Siamo nell’attimo della creazione,
siamo due esseri  di carne e sangue,
ma i nostri spiriti danzano dentro
un antico rito pagano.
Danziamo nella notte, danziamo intorno
al fuoco, danziamo per cacciare via
la strega che ci guarda.
Danziamo con gli spiriti per
forgiare d’oro e argento
i muscoli e il cuore.
Anche se solo per una notte,
in questo gesto fissiamo l’eterno.

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UNA PORTA SUL CUORE D’ORIENTE


Una porta sul cuore d’oriente
si apre davanti ai miei occhi.
Acqua all’orizzonte, niente case
muli e capre risalgono l’aspro crinale.
Calpestano l’erba a cercare frescura,
alberi piegati dal vento,
rocce arse che ingoiano il mare.
Il tempo si è fermato qui.
E poi chiese di pietra segnate d’oro e di calce.
Una porta si chiude al passato
ed un’altra mi spinge ad entrare.
Dietro, lascio gli anni di occasioni perdute,
di corse affannose, un frenetico show
 per strappare consensi, per portare il pane.
Salite e discese da tram affollati, sudata o tremante
nel caos di umani…mentre i toni si alzano
i telefoni squillano e nel cuore c’è sempre
quella voce che chiama, per qualcosa di vero
di nuovo, di naturale.
E lascio il freddo, l’umidità, gli schemi,
scalza cammino e con le mani
tocco il sale della terra
mentre i piedi diventano radici nel suolo
come  il magma diventa rugiada
su una foglia di pioppo.

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23 SETTEMBRE

Mi hai cercato e mi hai trovato…
ma non mi hai preso, lasciandomi qui da sola,
dopo aver invocato gli astri per  1000 anni
affinché fossi  nuovamente tua.
Tenerezza e rabbia insieme provo
a  vederti  imbiancare il petto.
Mentre perdi  vigore io mi specchio nel tuo
specchio che il passare del tempo sfiorisce.
Ti osservo e negli occhi tuoi
ritrovo i mille anni passati, le corse e i demoni
che ti tengono ancora lontano….
Impotente osservo, ascolto, il tuo cuore batte forte.
Le parole tue vuote e sempre uguali, disseccano
e creano pareti impenetrabili ed inesistenti,
costruite  soltanto su muri di paure.
Rimandano a compiti da fare, situazioni ordinarie
e questioni  urgenti di poco conto
rispetto all’amore, alla vita vissuta insieme.
Ma è cosi, l’ostinazione  a non voler crescere.
In questi  casi è perdersi  per non cambiare.
Come gli struzzi mangiamo la sabbia
ed essa ci chiude il cuore.

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ISTINTO

Sento la forza primordiale scorrere nelle vene
la sua voce profonda  accompagnare i respiri
e tornare la creatura selvaggia che ero.
I primi mesi e poche parole, essere collegata
tra le radici e le ali, senza condizioni.
Rischio per cambiare e ricominciare.
Sempre uguale a me stessa eppure diversa,
nel momento in cui sperimento le infinite possibilità
nascoste dietro una porta, un sorriso o un pensiero.
Dentro le notti insonni che mi hanno vista
appassionata tenace fuggitiva febbrile,
scoprire un misterioso disegno preesistente.
Forse siamo due fratelli, veniamo da un posto lontano
e insieme possiamo creare un ponte d’amore.
Un ponte d’amore  a cui aggrapparci quando la vita
ci prende e ci piega alle sue ragioni.
D’improvviso il vento è cessato, c’è odore di temporale
e il ricordo di un bacio sensuale e tenero.
Quel che sento è forte e chiede spazio
 per espandere e credere ancora nel nostro incontro.
Ma adesso vieni e ancora vieni amore,
nella mia casa dell’anima.
Ti sto aspettando …non ho più paura.




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