LA FINE DEL
GIORNO
I capelli
al vento mi inoltro nel bosco
spinto da un
anelito di libertà.
Vestiti
umidi sulla mia pelle
il fiato
riscalda le mani.
Affondano i
passi nelle morbida terra e
lascio che
la coltre silente di brina
ricopra le
mie tenere membra.
Fuggo
attraverso la foresta
inseguendo
farfalle autunnali e
il sole
infuocato mi accende il cuore e i pensieri.
Sono alla
caccia della fine del giorno
mentre
guardo la volta celeste lucida e
pesante sul
mio capo.
Sono
presenza nella presenza e
intorno a me
infinite creature.
Sono un
assetato d’amore
alla ricerca del filone
d’argento della docile luna.
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DANZA COSMICA
Danza con me
questa danza cosmica
che ci
avvicina e ci allontana.
Ci cogliamo
come frutti
e poi ci
lasciamo andare.
Le nostre
anime si compenetrano
come
fiammelle accese e in esse
ritroviamo
l’essenza.
Nel
profondo, sempre più nel profondo.
Come due
poeti assaporiamo il gusto della vita,
tra le
pieghe del tempo, fermiamo
ogni istante
affinché diventi per sempre.
Siamo
nell’attimo della creazione,
siamo due
esseri di carne e sangue,
ma i nostri
spiriti danzano dentro
un antico
rito pagano.
Danziamo
nella notte, danziamo intorno
al fuoco,
danziamo per cacciare via
la strega
che ci guarda.
Danziamo con
gli spiriti per
forgiare
d’oro e argento
i muscoli e
il cuore.
Anche se
solo per una notte,
in questo
gesto fissiamo l’eterno.
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UNA PORTA SUL CUORE D’ORIENTE
Una porta
sul cuore d’oriente
si apre
davanti ai miei occhi.
Acqua
all’orizzonte, niente case
muli e capre
risalgono l’aspro crinale.
Calpestano
l’erba a cercare frescura,
alberi
piegati dal vento,
rocce arse
che ingoiano il mare.
Il tempo si
è fermato qui.
E poi chiese
di pietra segnate d’oro e di calce.
Una porta si
chiude al passato
ed un’altra
mi spinge ad entrare.
Dietro,
lascio gli anni di occasioni perdute,
di corse
affannose, un frenetico show
per strappare consensi, per portare il pane.
Salite e
discese da tram affollati, sudata o tremante
nel caos di
umani…mentre i toni si alzano
i telefoni
squillano e nel cuore c’è sempre
quella voce
che chiama, per qualcosa di vero
di nuovo, di
naturale.
E lascio il
freddo, l’umidità, gli schemi,
scalza
cammino e con le mani
tocco il
sale della terra
mentre i
piedi diventano radici nel suolo
come il magma diventa rugiada
su una
foglia di pioppo.
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23 SETTEMBRE
Mi hai
cercato e mi hai trovato…
ma non mi
hai preso, lasciandomi qui da sola,
dopo aver
invocato gli astri per 1000 anni
affinché
fossi nuovamente tua.
Tenerezza e
rabbia insieme provo
a vederti
imbiancare il petto.
Mentre
perdi vigore io mi specchio nel tuo
specchio che
il passare del tempo sfiorisce.
Ti osservo e
negli occhi tuoi
ritrovo i
mille anni passati, le corse e i demoni
che ti
tengono ancora lontano….
Impotente
osservo, ascolto, il tuo cuore batte forte.
Le parole
tue vuote e sempre uguali, disseccano
e creano
pareti impenetrabili ed inesistenti,
costruite soltanto su muri di paure.
Rimandano a
compiti da fare, situazioni ordinarie
e
questioni urgenti di poco conto
rispetto
all’amore, alla vita vissuta insieme.
Ma è cosi,
l’ostinazione a non voler crescere.
In
questi casi è perdersi per non cambiare.
Come gli struzzi
mangiamo la sabbia
ed essa ci chiude il cuore.
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ISTINTO
Sento la
forza primordiale scorrere nelle vene
la sua voce
profonda accompagnare i respiri
e tornare la
creatura selvaggia che ero.
I primi mesi
e poche parole, essere collegata
tra le
radici e le ali, senza condizioni.
Rischio per
cambiare e ricominciare.
Sempre
uguale a me stessa eppure diversa,
nel momento
in cui sperimento le infinite possibilità
nascoste
dietro una porta, un sorriso o un pensiero.
Dentro le
notti insonni che mi hanno vista
appassionata
tenace fuggitiva febbrile,
scoprire un
misterioso disegno preesistente.
Forse siamo
due fratelli, veniamo da un posto lontano
e insieme
possiamo creare un ponte d’amore.
Un ponte
d’amore a cui aggrapparci quando la vita
ci prende e
ci piega alle sue ragioni.
D’improvviso
il vento è cessato, c’è odore di temporale
e il ricordo
di un bacio sensuale e tenero.
Quel che
sento è forte e chiede spazio
per espandere e credere ancora nel nostro
incontro.
Ma adesso
vieni e ancora vieni amore,
nella mia
casa dell’anima.
Ti sto
aspettando …non ho più paura.
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